Una mela al giorno toglie il medico di torno.. la storia e le proprietà del famoso frutto
Da dove arriva il famoso detto “una mela al giorno toglie il medico di torno”? Lo racconta Giovanni Ballarini che, in un articolo pubblicato originariamente da Georgofili.info, parla dell’importanza culturale di questo frutto e delle sue caratteristiche nutrizionali.
La mela, dal latino malum, il frutto del melo, ha origine in Asia centrale e diventa cibo dell’uomo nel Neolitico con un nome che potrebbe avere relazione con la radice indoeuropea *mal, dal significato di morbido e dolce. Più di ogni altro frutto la mela stimola l’immaginario entrando nel folklore e nella mitologia di vari popoli. Quando i pittori devono rappresentare il frutto dell’albero proibito di Adamo ed Eva, in gran parte scelgono la mela. Il pomo della discordia è all’origine della guerra di Troia, i pomi delle Esperidi sono custodite da un drago ai confini del mondo, le mele mistiche danno il nome ad Avalon (Isola delle Mele), una mela avvelena Biancaneve e Alan Turing ed è posta da Guglielmo Tell sulla testa del proprio figlio, una mela che cade stimola il genio di Isaac Newton.
Nel corso dei secoli alle mele sono state attribuite proprietà salutistiche, con motivazioni che variavano nel tempo
La mela in quanto frutto d’albero è cibo preferito dai signori, togliere ai bambini la frutta era una punizione e alla mela come alla frutta in genere sono attribuite azioni salutari con motivazioni che cambiano nel tempo e che danno origine a proverbi. Una mela al giorno toglie il medico di torno, è una massima italiana ben nota anche in inglese dove ha una lunga storia che inizia alla fine del XVIII secolo con il detto “Eat an apple on going to bed, and you’ll keep the doctor from earning his bread” (mangiare una mela quando si va a dormire impedisce al medico di guadagnarsi da vivere), per poi divenire verso la fine del XIX secolo ” An apple a day, no doctor to pay” (una mela al giorno e non paghi i dottore), poi “In apple a day sends the doctor away “(una mela al giorno tiene lontano il dottore) e negli anni venti del XX secolo scorso assume l’attuale forma di “An apple a day keeps the doctor away” simile al detto italiano. Senza entrare in una discussione sull’origine del proverbio, se inglese o italiano, più interessanti sono alcune considerazioni che riguardano il ruolo salutistico non solo della mela, ma anche della buccia.
Fin dal più lontano passato, la buccia della mela e di altri frutti era mangiata per fame, come dimostrano Le avventure di Pinocchio che Carlo Collodi (1826 – 1890) pubblica nel 1883, dando un realistico quadro dell’alimentazione ottocentesca, quando il burattino Pinocchio dopo aver mangiato le pere e avendo ancora fame ne mangia anche i torsoli e le bucce. Nella prima metà del Novecento, durante le ristrettezze alimentari dell’autarchia e della guerra, in piena era vitaminica, bisogna mangiare le mele e l’altra frutta con la buccia per via del contenuto in vitamine.
La buccia delle mele e degli altri frutti dovrebbe essere consumata per il contenuto di fibre
Oggi, pur non sottovalutando il ruolo salutistico delle vitamine, la buccia della mela e di altra frutta deve entrare in una corretta e equilibrata nutrizione per il contenuto di fibra alimentare e di antiossidanti, e da alimento per bambini e giovani viene anche considerato un frutto particolarmente indicato per gli anziani.
Le moderne ricerche confermano che nella buccia è contenuta buona parte delle vitamine. Una mela contiene in media 8,4 milligrammi di vitamina C e 98 unità internazionali (UI) di vitamina A, mentre senza buccia le vitamine scendono rispettivamente a 6,4 milligrammi e a 61 UI. Nella parte esterna è anche presente la maggior parte delle fibre alimentari importantissime per un regolare funzionamento intestinale (una mela con la buccia contiene in media 4,4 grammi di fibra, senza solo 2,1 grammi).
L’odierno maggiore interesse per quanto contenuto nella buccia della mela, e anche di altra frutta, è la presenza di molecole antiossidanti e in particolare di composti fenolici, polifenoli, flavonoli e procianidine, quercetina con attività antiossidante. Questi composti sono presenti in quantità maggiori nelle mele coltivate con metodi biologici . Mentre negli animali le diete integrate con bucce hanno un’influenza positiva maggiore sui livelli dei lipidi plasmatici e sulla capacità antiossidante plasmatica rispetto alle diete a base di polpa di frutta.
Un’azione antiossidante della buccia delle mele, ovviamente lavate prima d’essere mangiate, è ritenuta utile per il mantenimento della memoria e proteggere dai danni dei tessuti cerebrali che nel tempo possono portare a sviluppare Alzheimer o altre malattie degenerative. Da non sottovalutare infine che rilevano che le bucce di mela inibiscono più efficacemente la crescita delle cellule di cancro al fegato umano rispetto agli altri componenti. Tutti elementi che contribuiscono a dare credito al proverbio che una mela al giorno toglie il medico di torno.
a cura redazione Arga Toscana
Fonte: Giovanni Ballarini – Georgofili.info
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One thought on “Una mela al giorno toglie il medico di torno.. la storia e le proprietà del famoso frutto”
I re, i nobili, i ricchi in generale erano gli unici a permettersi le prestazioni di un dottore il cui armamentario terapeutico era limitato a salassi clisteri, pozioni spesso venefiche e poco altro.
La dieta dei signori,soprattutto in Inghilterra e nei secoli medioevali era fortemente sbilanciata sulle carni, e verdure ed erbe erano considerati cibi volgari. Ecco la prevalenza di stipsi e gotta nelle classi alte, patologie facilmente prevenibili o attenuabili con l’ introduzione nella dieta di frutta e verdura. La medicina alla fine del medioevo ed inizio età moderna lentamente fa sua questa osservazione che passa in un secondo momento nella cosiddetta saggezza popolare.
Togliere o diminuire la possibilità di prescrivere un clistere ad un medico era un relativamente grande danno economico allo stesso. ( Vedi Il malato immaginario di Molière)
Nell’ epoca attuale si cercano spiegazioni pseudo scientifiche ad un proverbio le cui attestazioni letterarie risalgono almeno a 300anni fa