Ripieni da Favola un concorso a Pisa per i futuri chef tra delizie e bontà nei piatti
Un giorno saranno famosi, come loro sperano e intanto già preparano salse e tortelli in vista dei futuri clienti, deliziandoli tra topinambur, porri, ricotte, pinoli, carne di faraona e di pesce scorfano.
Si è concluso il primo concorso “Ripieni da Favola” che si è svolto a Pisa all’istituto scolastico alberghiero Giacomo Matteotti con il contributo della F.I.C. Associazione Cuochi Pisani e il fattivo sostegno dell’azienda Ugo Marrucci, rappresentata per l’occasione dal responsabile commerciale Nicola Campigli; l’azienda racchiude anche il marchio vinicolo Hugo 1923 e quello di Badia Santa Gonda. Alla gara selettiva hanno partecipato 9 futuri chef, sei di Pisa e tre di Livorno. Questi i loro nomi: Giovanni Sapone, Giulia Santarlasci, Matteo Bendinelli, Roberto Unti, Matteo Chini, Marco Faldi, Davide Carresi, Hirsid Male, Alessandro Foschi. Gli studenti hanno presentato un primo piatto tra inventive di mezzelune, fagottini, ravioli, tortelli, cestini, il tutto tra lavorazioni talune complesse, altre più semplici, ma dove la fantasia era alla base dei loro concetti di cucina, tra le salse di burro e salvia, pistacchi, noci e cavolo nero con un tocco di originalità. Per doverosa cronaca tutti bravissimi ma le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo sono finite rispettivamente a Marco Faldi, Matteo Bendinelli, Roberto Unti. Medaglie di cartone ma non per questo meno significative per Hirsid Male e Matteo Chini classificatisi al 4° e 5° posto. Ma a tutti indistintamente è stato assegnato un diploma al merito per la partecipazione. Per Marco Nebbiai dell’Associazione Cuochi Pisani “è stata una bella occasione e un buon inizio per tutti“, per Nicola Campigli è giunto il plauso a tutta l’organizzazione e un “grosso in bocca al lupo ai ragazzi”. Presente anche Arga Toscana invitata per l’occasione a far parte della giuria assieme a un altro giornalista specializzato di Montenero di altra categoria professionale. Entrambi hanno manifestato l’impegno e la passione dei futuri chef. Chissà un giorno, uno di loro o molti di loro ci serviranno un piatto degno di fama mondiale.
(f.p.) Redazione Arga Toscana