“Libera” ecco la birra artigianale a produzione geotermica per un’operazione di reintegro sociale da Volterra a Pianosa
Sperimentare, promuovere e condividere all’interno del tessuto sociale in cui viviamo nuovi stili di vita, di lavoro e di relazioni sociali sostenibili, in grado così di rappresentare una valida alternativa alla crisi a cui ci sta portando la modernità. Una birra denominata Libera ha avuto il merito di coinvolgere le attività inclusive dei detenuti delle carceri di Volterra e Pianosa.
Chi l’avrebbe mai detto che una bevanda potesse far nascere una attività che coinvolge i detenuti. Ma riavvolgiamo il nastro e iniziamo con la storia del progetto che ha avuto una parte iniziale nel 2012.
Con questo obiettivo è stata fondata da Matteo Iannone, Davide Brondi e Francesco Bozza “La Staffetta, Birrificio Sociale Calci”.
L’idea di partenza è nata dalla promozione della filiera della birra artigianale da corsi che, riguardano la produzione della birra, consulenze alle aziende per quanto riguarda la produzione della birra artigianale, per poi approdare a diversi progetti di inclusione e alto impatto sociale,
Nel 2016 come tesi dal progetto della laurea magistrale di Andrea Marianelli, viene prodotta“Libera”, la prima birra senza glutine che fa parte dei progetti della “Staffetta a vapore”
La particolarità di questa birra è di essere prodotta attraverso energia geotermica, grazie all’impianto del birrificio “Vapori di birra” al Sasso Pisano, gestito da Chiara Volpi.
“Libera” si va ad aggiungere a altre tre birre: “L’Accademica”, “L’Ibalgea” e “La Locomotive”, già prodotte per il progetto della “Staffetta a vapore”.
La scelta è stata dettata dal fatto che solamente a Sasso Pisano è situato un impianto geotermico importante, uno fra i più grandi d’Europa, che si presta alla produzione di birra.
E’ un impianto di Enel Green Power, da cui si preleva il vapore caldo dal sottosuolo, successivamente si convoglia il vapore nel birrificio che poi scalda così il bollitore. Tutta la fase calda è portata a geotermia.
Così da avere minore impatto sull’ambiente riducendo del 30/40% il consumo energetico, con un considerevole ribasso della produzione di CO2.
Il luppolo viene coltivato dall’azienda Oligea di Massarosa come norma di filiera toscana rispettando così nel contempo uno dei principi cardine dell’Associazione: il rispetto dell’ecosistema.
In secondo luogo nel 2017 l’Associazione “La Staffetta a vapore” si aggiudica un bando della Regione Toscana per cui “Libera” è approda in carcere.
Il progetto è partito a maggio del 2019: iniziativa inclusiva nel carcere di Volterra.
L’obiettivo è reintegrare i detenuti attraverso dei progetti inclusivi : si impara un mestiere, per poi un giorno poter essere reinseriti nel mondo del lavoro e dare in un futuro una nuova speranza.
Ecco da qua il nome scelto per questa birra: “Libera” sia dal glutine che in riferimento a coloro che hanno avuto così modo di riconciliarsi con la pena.
Il progetto è stato portato avanti da quattro ragazzi e una ragazza, il laboratorio si basava sulla produzione di birra artigianale.
L’idea della conclusione del progetto è stata quella di organizzare una cena (a cui hanno partecipato almeno 50 persone) in cui ad ogni piatto si consigliava una birra da abbinare. Poiché un altro laboratorio aveva proprio con un occhio alla cucina.
“Si devono dare delle competenze, dei contenuti a questi detenuti, delle soft skills” riferisce Matteo Iannone, “ La formazione verso il lavoro è molto importante, serve un lavoro concreto e tangibile, che sia in grado di insegnarti un mestiere”.
Così il progetto è approdato anche al carcere di Pianosa, da qui il nome “La Staffetta”, da un luogo ad un altro con continuità e costanza.
Non solo, il progetto è stato chiuso attraverso la collaborazione con una start up svizzera: “Quality Chain” per cui è stato creato un QR code sulla bottiglia a forma di birra da cui si può risalire alle fasi del progetto.
La birra “Libera” ha tutte le caratteristiche che vengono ricercate in un prodotto agroalimentare alternativo: di filiera locale, gluten free, e in più inclusiva.
Birra come ritorno all’Umanesimo: inteso come lo stare insieme, così da poter condividere le proprie idee, nuovi progetti e anche la possibilità di crearsi una nuova vita.
a cura di Teofane Matteucci
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