G20 agricoltura adottata la Carta della Sostenibilità di Firenze
Alla conclusione dei lavori del G20 dei Ministri dell’Agricoltura (Firenze, 17-18 settembre 2021) è stata adottata una Dichiarazione, denominata la “Carta della Sostenibilità di Firenze”, in cui viene ribadito l’impegno per raggiungere la sicurezza alimentare, nel contesto delle tre dimensioni della sostenibilità: economica, sociale e ambientale, quale contributo ai prossimi vertici sui sistemi alimentari (UNFSS) e sul clima (COP26).
Mentre i Capi di Stato e di Governo si preparano per lo storico Vertice dell’ONU sui Sistemi Alimentare (United Nations Food Systems Summit) che si svolgerà il 23 settembre 2021, i Ministri dell’Agricoltura del G20 (Firenze, 17-18 settembre 2021), a Presidenza italiana, hanno approvato la Dichiarazione Finale detta anche “Carta della Sostenibilità di Firenze” in cui è stato ribadito l’impegno per raggiungere la sicurezza alimentare, nel contesto delle 3 dimensioni della sostenibilità: economica, sociale e ambientale.
Il G20, rappresentando l’80% della produzione economica globale e il 60% della popolazione, è un attore chiave negli sforzi per riunire il sostegno politico, tecnico e finanziario per un’azione tangibile per accelerare i progressi verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Insieme ai Ministri dell’Agricoltura dei Paesi membri ed invitati si sono riuniti i vertici delle principali organizzazioni internazionali attive in materia, tra cui FAO, OCSE, WB, OMC, WFP, OMS, ILO, CGIAR e IFAD si sono confrontate sui 5 temi individuati dalla Presidenza:
– Come combinare le tre dimensioni della sostenibilità nei sistemi alimentari: sfide, opportunità ed esperienze di successo.
– Agricoltura sostenibile in tempo di emergenza sanitaria globale: le possibili risposte attraverso l’approccio One Health.
– La ricerca come motore della sostenibilità.
– Insieme per raggiungere l’obiettivo fame zero: progetti di successo realizzati dai Ministeri dell’Agricoltura.
– Contributo del G20 all’imminente UNFSS e alla COP26 di novembre.
Il Rapporto pubblicato lo scorso settembre dalla Global Panel on Agriculture and Food Systems for Nutrition, un gruppo internazionale indipendente di leader che ricoprono, o hanno ricoperto, importanti cariche nel settore agroalimentare, aveva evidenziato che i costi del non agire saranno incommensurabilmente più alti, mentre i vantaggi che possono derivare da un’azione decisa si traducono in milioni di nuovi posti di lavoro, nella riduzione dei costi per la salute e i sistemi sanitari, nonché in danni globali evitati per le azioni di mitigazione dei cambiamenti climatici.
Alla base del percorso per una transizione verso modelli agricoli e alimentari sostenibili ci sono la tutela della biodiversità e degli ecosistemi, gli investimenti responsabili, il commercio nel settore agroalimentare, la valorizzazione del ruolo delle persone all’interno del sistema produttivo, le pratiche agricole rispettose dell’ambiente e che assicurino la tutela delle risorse naturali.
Per garantire sistemi alimentari sostenibili e resilienti, i Ministri del G20 hanno ribadito la volontà di raggiungere l’Obiettivo fame zero previsto dall’Agenda ONU al 2030, minacciato anche dalle conseguenze del Covid-19. Pur con l’aumento della produzione, infatti, ancora un quarto della popolazione mondiale soffre di insicurezza alimentare.
Per i Ministri del G20 i cambiamenti climatici, gli eventi meteorologici estremi, i parassiti, le malattie di animali e piante e gli shock come la pandemia da Covid-19, richiedono risposte coordinate ed efficaci. In particolare, si è deciso di non adottare alcuna misura restrittiva ingiustificata che possa portare a un’estrema volatilità dei prezzi alimentari nei mercati internazionali, e quindi minacciare la sicurezza alimentare.
I Ministri hanno riaffermato la cooperazione tra i membri del G20 e i Paesi in via di sviluppo in materia di cibo e agricoltura per condividere le conoscenze e aiutare a sviluppare le capacità di produzione interna più adatte alle esigenze locali, contribuendo alla resilienza e al recupero dell’agricoltura e delle comunità rurali.
Fonte Regioni e ambiente
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