L’allarme di Arpat Toscana sui prati della Toscana, i fiori “diversi” minacciano la biodiversità

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Un attacco alla biodiversità che Arpat cerca di combattere con eradicazione e programmi di controllo.
Non solo un aumento dei prezzi per chi vuole i fiori in casa o in altri luoghi. Perchè il fiore è sinonimo di bellezza e colore al pari delle singole piante ornamentali. La loro presenza rasserena un ambiente e il contatto tra loro e l’uomo. Ma se esiste davvero, ed è notizia di questi giorni, di un vertiginoso aumento dei prezzi, esistono anche fenomeni da non trascurare:

dal girasole del Canada dai caratteristici fiori gialli all’albero delle farfalle con i suoi boccioli fucsia che arriva dalla Cina, la globalizzazione dei prati è realtà anche in Toscana. In Toscana sono 580 le specie diverse presenti, di cui oltre 50 invasive.

A dare l’allarme sui rischi che le specie autoctone su stanno moltiplicando è uno studio pubblicato su Nature Communications. E’ un attacco alla biodiversità che si registra quasi ogni giorno in particolare lungo i fiumi e sulle sponde dei laghi dove le specie aliene, diverse botaniche trovano terreno fertile. A queste si aggiunge anche quello di coltivare in serra dedicata, fiori diversi da quelli consueti. La domanda arriva dai consumatori che cercano sempre novità floreali e dunque aiuta in questo senso a capire questo fenomeno.

A provocare conseguenze all’ecosistema è l’uomo che nel corso dei secoli ha introdotto esemplari alloctoni da terre esotiche spesso con ragioni effimere. Le specie aliene si sono ambientate rapidamente nel Belpaese e in Toscana.

Talvolta tutto ciò è avvenuto con estrema leggerezza come nel caso dell’Indaco Bastardo (l’amorpha fruticosa) giunta dall’America del Nord attorno al 1700 per le siepi ornamentali e inselvatichita a partire dalla metà del 1800 e oggi diffusa anche lungo l’Arno. Una specie, per paradosso, molto amata dalle api italiane che producono un miele pregiato dai suoi fiori.

“L’arrivo di piante alloctone in paesi diversi da quelli di appartenenza è oggi sempre più frequente per l’incremento delle reti di trasporto e di scambio e per gli effetti associati ai cambiamenti climatici” evidenzia una ricerca di Arpat Toscana.

Per rispondere a questo fenomeno che “comporta frequentemente alterazioni riguardo il numero, la presenza e la scomparsa delle specie autoctone spesso sostituire da quelle alloctone più aggressive e facilmente adattabili, si cerca di studiare soluzioni“.

Si va da programmi efficaci di controllo all’eradicazione e gestione di questi ultimi organismi che “insediandosi comportano la trasformazione degli ecosistemi biologici con conseguente perdita della biodiversità, ripercuotendosi anche su settori economici come l’agricoltura”.


a cura redazione ArgaToscana

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