Crisi climatica, giornalisti a lezione formativa in Regione Toscana

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Crisi climatica, gestione delle foreste e corretta informazione, in Regione un seminario formativo per giornalisti
“I cambiamenti climatici si combattono in maniera sistematica, essenziale il ruolo dei cittadini e dei media”

Crisi climatica, gestione delle foreste e corretta informazione, in Regione un seminario formativo per giornalisti
Gli alberi sono fondamentali per contenere le emissioni di Co2, ma da soli non bastano, è essenziale modificare i comportamenti individuali e su questo un ruolo strategico viene giocato dall’informazione. Per questo la Regione Toscana e l’Associazione Stampa Toscana, il sindacato dei giornalisti, hanno organizzato il seminario “Foreste, cambiamento climatico, incendi: l’informazione corretta”, valido per la formazione professionale dell’Ordine dei giornalisti. L’iniziativa si è tenuta a Firenze a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza della Regione, ed ha visto approfondimenti scientifici sulla gestione forestale, il ciclo di emissione e assorbimento dell’anidride carbonica, le nuove politiche di piantumazione, i modo in cui la gestione forestale può influenzare l’assorbimento del carbonio da parte delle superficie boscate e il problema degli incendi. All’ordine del giorno anche l’esigenza di informare correttamente sui temi legati alla crisi climatica, per coinvolgere le persone e convincere ciascuno a fare la propria parte e modificare in senso ambientalmente più virtuoso i propri comportamenti. A far gli onori di casa la vicepresidente della Regione ed assessora all’agricoltura Stefania Saccardi e Sandro Bennucci, presidente dell’Associazione stampa toscana. Tra i relatori Giorgio Vacchiano,ricercatore dell’Università di Milano e responsabile comunicazione di Sisef (Società italiana di silvicoltura ed ecologia forestale), Paolo Mori, pubblicista, forestale e direttore della rivista Sherwood, Gianluca Calvani,funzionario dell’Organizzazione regionale Antincendi boschivi della Regione Toscana.


“Il ruolo dell’informazione su questo fronte è essenziale – è stato spiegato – è fondamentale che le persone sappiano quali sono i comportamenti giusti e quali sono le conseguenze dei comportamenti sbagliati. Gran parte degli incendi boschivi, infatti, proviene da comportamenti colposi, fatti per superficialità. La Regione Toscana sta lavorando su più fronti per affrontare la crisi climatica, cito ad esempio la lotta ala cementificazione o i forti incentivi per l’agricoltura biologica e per una zootecnia più sostenibile. La frequenza con la quale si verificano fenomeni catastrofici dimostra che non si tratta più di eventi eccezionali e che dobbiamo affrontare questa crisi in maniera sistematica, non bastano purtroppo singoli provvedimenti. Non a caso anche a livello nazionale è stato istituito un ‘fondo catastrofale’. Ma tutto quello che lo Stato e le amministrazioni pubbliche possono fare deve andare di pari passo con un mutamento dei comportamenti individuali, perché senza una presa di coscienza della responsabilità di ciascuno tutto questo rischia di diventare inutile”.

Tra i dati ed i concetti trattati nel corso, da ricordare che la Toscana è, insieme con la Sardegna, la Regione più boscata d’Italia (52% del territorio) e negli ultimi anni la superficie forestale è aumentata di 65.000 ettari, così come è aumentato il volume di legno presente nei boschi, sia toscani che italiani. E’ stato spiegato anche come il tasso di consumo di anidride carbonica di un albero cambi nel corso della sua vita, massimizzandosi quando l’albero è adulto ma ancora giovane, come le foreste assorbano globalmente circa un terzo delle emissioni di anidride carbonica, ma questa percentuale in Italia cali al 10%, di come siano necessarie tre fasi (protezione, gestione e ripristino) per una corretta gestione delle foreste.
In Italia la gestione delle attività antincendi boschivi è affidata alle Regioni. La Toscana su questo fronte è molto attiva, con una rete di 4.200 volontari appositamente formati, 450 operai forestali, 600 mezzi operativi (circa 470 leggeri e 130 pesanti), 10 elicotteri, sette Centri operativi provinciali, 180 direttori delle operazioni e la Sala operativa unificata della protezione civile regionale a coordinare il tutto. Ma il solo spiegamento di forze non è sufficiente a proteggere un territorio così tanto boscato dagli incendi, è necessaria un’azione di prevenzione (con piani specifici per i punti ritenuti più critici) e gestione forestale basata anche sul recupero di tecniche antiche come, ad esempio, il ‘fuoco prescritto’, che utilizza il fuoco per ridurre la continuità del combustibile vegetale e può anche essere utile per remineralizzare il terreno.

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