La relazione di Marco Ferretti dirigente della Direzione Agricoltura e Sviluppo Rurale in Regione Toscana al recente corso sulla biodiversità ambientale sull’area umida più grande d’Italia tra specie naturali e aliene
LE RISORSE FAUNISTICHE
Il Padule di Fucecchio è la più grande palude interna italiana, con caratteristiche ambientali, sia botaniche che faunistiche, del tutto particolari, tanto che risulta ZSC (Zone Speciale di Conservazione) e ZPS (Zona di Protezione Speciale) ai sensi della Direttiva 92/43/CEE “Habitat” e della Direttiva 2009/147/CE “Uccelli”. Nel 2003 sono inoltre state avviate, di concerto con il Ministero dell’Ambiente, su proposta della Provincia di Pistoia e della Provincia di Firenze, le procedure per il riconoscimento quale sito di importanza internazionale per la Convenzione di Ramsar. Così il Padule di Fucecchio è entrato nel 2013 a far parte dell’elenco delle aree umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar. È una convenzione internazionale siglata nel 1971 nell’omonima città iraniana, che rappresenta una pietra miliare nel processo di tutela delle aree umide a livello mondiale. Tutto ciò testimonia la notevolissima importanza di questa area palustre.
In continuità con questa area vi è anche la ZSC/ZPS “Bosco di Chiusi e Paduletta di Ramone (Codice Natura 2000 IT5140010) che si trova adiacente al Padule.
Il Padule di Fucecchio ricade nelle province di Pistoia e Firenze. Circa 230 ettari del Padule sono protetti da Riserve Naturali istituite dalle Amministrazioni Provinciali di Pistoia (207 ettari) e Firenze (25 ettari), mentre tutto il resto del bacino palustre rientra nelle relative Aree Contigue. Nella parte pistoiese vi sono le due riserve de “Le Morette” e “Monica Righetti” e la relativa area contigua di circa 1.520, istituite nel 1996. Nella parte fiorentina nel 1997 sono state istituite una Riserva Naturale Provinciale di circa 25 ettari e la relativa Area Contigua (circa 900 ettari).
Nel 2020 è stato approvato dal Consiglio Regionale Toscano il Regolamento del Sistema delle riserve naturali regionali “Padule di Fucecchio” (FI e PT) e “Lago di Sibolla” (LU) e relative aree contigue” dove sono normate le attività possibili da effettuare in questa importante area.
Il sito può essere suddiviso in un’area tipicamente palustre, il “cratere”, e un’area prevalentemente agricola nella parte più a nord e più a sud. Il cratere è fortemente caratterizzato dalla presenza di canneto (Phragmites australis), interrotto unicamente dai “chiari” di caccia di pertinenza dei vari appostamenti fissi. Uno dei problemi maggiori negli ultimi anni è stato appunto l’eccessiva presenza di canneto invecchiato rispetto alle zone aperte, con scarsissima differenziazione ambientale e progressiva scomparsa di numerose specie vegetali e animali, oltre all’aumento dell’interramento.
Il Padule di Fucecchio risulta estremamente importante quale area umida per moltissime specie di avifauna acquatica, durante tutto il corso dell’anno. La sua ampiezza, le sue caratteristiche ambientali e l’elevata naturalità lo rendono sito importantissimo e particolare nel panorama italiano e pertanto meritevole di una speciale attenzione nell’ambito della gestione faunistico venatoria regionale. Numerose sono le problematiche che investono quest’area dagli equilibri assai delicati, ben riportate dalla Regione Toscana nei propri atti, che si riportano elencate di seguito:
• prolungata carenza idrica estiva;
• progressivo interrimento;
• inquinamento delle acque;
• gestione delle vegetazione palustre non coordinata a livello del sito e finalizzata a obiettivi di conservazione solo all’interno delle riserve naturali;
• notevole diffusione di specie esotiche invasive di fauna e flora;
• riduzione di eterogeneità della vegetazione a causa della diffusione del canneto;
• intensa attività venatoria praticata in gran parte del sito;
• attività agricole intensive e insediamenti sparsi;
• disturbo a specie animali rare causato da fotografi e birdwatchers.
Il Padule, oltre alla sua importanza ambientale, è oggetto di un fortissimo interesse venatorio, essendo tradizionalmente zona di caccia agli acquatici. Ricadono nell’intera Area Contigua oltre 70 appostamenti fissi a palmipedi e trampolieri, detti comunemente “cesti”, su Firenze e Pistoia. Indipendentemente dalla convinzioni etiche, l’attività venatoria è stata negli ultimi 30 anni la forma gestionale che ha mantenuto le caratteristiche del Padule di Fucecchio. Una volta perso l’interesse per la coltivazione della sala e del sarello, che fino agli anni ’60 coprivano larga parte delle superfici, la principale attività interessata alla gestione dell’ambiente palustre è stata proprio quella venatoria. Non a caso la grande frammentazione delle proprietà è derivata dalla presenza dei cesti, appostamenti fissi autorizzati. I proprietari in questi anni hanno mantenuto, e mantengono, il padule, sia nell’assetto idraulico che in quello vegetazionale, a proprie spese, e di questo bisogna tener conto.
Purtroppo a livello venatorio la caccia consumistica iniziata negli anni ’70 e ’80 ha importato in padule comportamenti che fino ad allora erano completamente estranei ai “padulani” tradizionali: l’uso in qualche caso dei “registratori”, la caccia a specie fino ad allora di scarsissimo interesse, come lo storno, una facilità allo sparo prima del tutto sconosciuta in quanto il rumore era considerato fattore notevole di disturbo per le anatre. Vi è inoltre da dire che il progressivo accorciamento della stagione venatoria, dalla fine di marzo all’attuale termine del 31 gennaio, ha spostato la pressione sia su più specie, sia su altri periodi, come ottobre e novembre, che prima erano considerati di scarso interesse.
Sono comunque moltissime le specie che si possono osservare in padule, sia cacciabili che non, di cui si ricordano: il falco di palude, il porciglione, la gallinella d’acqua, la folaga, il cavaliere d’Italia, , la gru, la pavoncella, il combattente, il beccaccino, la pittima reale, il chiurlo maggiore, il cuculo, il martin pescatore, il cannareccione, pendolino, la salciaiola e il migliarino di palude. Da mettere in particolare risalto la presenza della “garzaia“, che rappresenta una colonia di nidificazione di ardeidi dove convivono migliaia di uccelli. Si tratta della più importante dell’Italia centro-meridionale, sia in relazione alle coppie nidificanti (1.000 circa), che per la presenza di cinque specie in contemporanea: nitticora, garzetta, airone guardabuoi e airone cenerino; presente anche il raro mignattaio.
Per monitorare queste specie vengono regolarmente effettuati dei censimenti sulla fauna.
Nel 2024 con 13256 presenze, il Padule di Fucecchio si aggiudica il primo posto fra le zone umide di tutta la Toscana per il censimento annuale degli uccelli acquatici svernanti. In molte aree della regione si è assistito a una diminuzione delle presenze; il dato del Padule, al contrario, è rimasto pressoché stabile nell’ultimo decennio: quasi sempre sopra i 12000 uccelli acquatici censiti.
Il censimento, promosso a livello di grande area biogeografica da Wetlands International e svolto in Italia sotto l’egida dell’ISPRA, è organizzato in tutta la regione dal Centro Ornitologico Toscano (COT) che nel Padule di Fucecchio; le operazioni di conteggio, a piedi e con imbarcazioni, hanno coinvolto quest’anno 10 rilevatori abilitati dall’ISPRA, con il supporto di 24 collaboratori. Nel corso del censimento sono state rilevate ben 36 specie per un numero complessivo di 13256 uccelli, fra cui spiccano le Alzavole (4685), per le quali il Padule si conferma una delle aree più importanti della Toscana. Di grande rilievo i dati per il Mestolone (626) mentre alcune specie di notevole valore conservazionistico, come il Moriglione (163) ed il raro Mignattaio (346), fanno registrare un vistoso calo rispetto all’anno precedente. Non sono mancati gli avvistamenti di specie rare come la Cicogna bianca (13 esemplari svernanti), il Fistione turco e il Marangone minore (73), che nella stagione riproduttiva 2023 aveva nidificato nelle garzaie di Fucecchio e Sibolla.
Uno dei maggiori problemi inerenti il Padule è la presenza accertata di specie aliene invasive.
L’introduzione da parte dell’uomo di specie esotiche invasive è considerata, per importanza a livello mondiale, la seconda causa di perdita di biodiversità, preceduta solo della distruzione degli habitat.
Si tratta di piante, animali, funghi ed altri organismi trasferiti (volontariamente o accidentalmente) da una regione all’altra del pianeta, in aree dove sono in grado di adattarsi e costituire nuove popolazioni allo stato selvatico, la cui capacità di espansione ed accrescimento numerico rappresenta una minaccia per molte specie autoctone.
Queste specie, oltre ad entrare in concorrenza diretta con specie indigene, possono alterare lo stato degli habitat e degli ecosistemi naturali, e a volte provocare ingenti danni economici ad attività produttive o rappresentare in alcuni casi una minaccia per la salute pubblica (potendo veicolare agenti patogeni trasmissibili all’uomo).
In linea con tutte le principali convenzioni internazionali in materia di tutela della biodiversità e con la Strategia Nazionale per la Biodiversità, l’Italia opera attivamente per prevenire la diffusione di specie esotiche invasive e per controllare o eradicare quelle specie che siano già presenti sul nostro territorio.
La Regione Toscna ha recepito la strategia mettendo in campo a partire dal 2023 in modo coordinato attività svolte assieme all’Università di Firenze, il COT, le Polizie Provinciali e gli ATC per il monitoraggio ed il controllo di queste specie a livello regionale, quindi anche nell’importante area dle Padule di Fucecchio.
Dr . Marco Ferretti (PhD)
Dirigente
Settore Attività Faunistico Venatoria, Pesca in Mare e
Rapporti con i Gruppi Locali di Azione della Pesca (FLAGS). Pesca nelle acque interne
Direzione Agricoltura e Sviluppo Rurale – REGIONE TOSCANA