A voi il pasticcere Stefano Bernardeschi collezionista di medaglie internazionali dopo i riconoscimenti per la Colomba e il Pane

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Di professione fa il pasticcere, ma ormai ha un medagliere quasi a livello Olimpico. Perché nel suo “regno”, all’ombra del Castello dei Vicari a Lari in provincia di Pisa, sforna prodotti che fanno leccare davvero i baffi a livello mondiale.

E’ la “fotografia” della serie di riconoscimenti conquistati negli ultimi anni da Stefano Bernardeschi. Che, proprio in ottobre, ha conquistato insieme al figlio Tommaso, la medaglia di bronzo al “Campionato mondiale” del panettone classico. Con il magnifico Palazzo Rospigliosi a fare da cornice all’evento una giuria formata da dieci campioni del mondo di pasticceria (oltre al presidente Roberto Lestani, c’erano Matteo Cutolo, Paolo Molinari, Enrico Casarano, Claudia Mosca, Gianluca Cecere, Francesco Luni, Luca Borgioli, Pasquale Pesce e Ruggiero Carli) che ha deciso le classifiche delle varie categorie (le altre erano “decorato”, “innovativo” e “gluten free”).

E il panettone griffato Bernardeschi è riuscito a salire di posizione fino al podio, scendendo un gradino rispetto al secondo posto conquistato a Cinecittà nell’edizione 2020 della stessa kermesse internazionale.

Due medaglie mondiali dal sapore natalizio, che vanno ad aggiungersi al bronzo conquistato con la colomba pasquale all’albicocca e cioccolato nel concorso “I migliori dolci italiani 2019”.

Dunque riconoscimenti per una galleria ulteriormente arricchita dal titolo “Ambasciatore del pane”, dopo aver presentato alla Divisione Italia del gruppo “Ambassadeurs du Pain”, un pane preparato con quattro farine toscane antiche e uno preparato con due tipi di farina di grani toscani: prodotti che gli avevano permesso di staccare il pass d’ingresso nel “club” dei circa cento panettieri al top a livello nazionale.

Pane, colombe e, appunto, panettoni. Un tris di specialità che riempie di orgoglio l’artigiano di Lari, che di recente è diventato anche presidente Cna Dolciari panificatori Pisa:

«Bellissima esperienza, con oltre trecento partecipanti da tutto il mondo. Dopo una prima selezione siamo rimasti in 150. E poi è arrivata la medaglia di bronzo».

Merito della qualità degli ingredienti dal disciplinare per la produzione del panettone, a cominciare dal lievito madre (e dai piccoli-grandi segreti del mestiere):

«Nei limiti del possibile cerco sempre di utilizzare prodotti di zona, della Valdera in particolare o comunque italiani. Cerco il meglio e sempre, con il miele, per esempio, lo compro a Lari, la farina è italiana così come i canditi. L’uvetta, invece, è australiana, perché è la migliore sul mercato.

Dall’estero arriva anche il burro, per una questione di qualità: quello prodotto in Italia non raggiunge certi livelli».

Ma Stefano guarda già avanti.

” Andrò con con mio figlio Tommaso tra gli Juniores (fino a 31 anni). Sono orgoglioso che lui abbia scelto di portare avanti una tradizione familiare che va avanti dal 1927».

a cura redazione ArgaToscana

fonte F. Turchi Il Tirreno

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