Crostacei e vermi marini, molluschi e invertebrati, cosa dice l’Università di Firenze riguardo il crescente fenomeno delle specie aliene

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FIRENZE – Gli invasori sono per lo più crostacei e vermi marini, ma anche molluschi e altri invertebrati. Le invasioni di specie aliene o “bioinvasioni”, come le chiamano gli scienziati, rappresentano uno dei principali pericoli per gli ecosistemi marini, specialmente nel Mediterraneo che è un mare chiuso. Per farsene un’idea basterà sapere che il Summary Report del 2018 riporta 244 specie censite nei mari italiani, oltre a 16 specie criptogeniche (di origine sconosciuta), 15 specie dubbie e altre 58 per le quali sono necessarie ulteriori verifiche.

L’Ateneo fiorentino ha partecipato a una ricerca multidisciplinare sulle possibili evoluzioni della biodiversità del Mar Mediterraneo, uno studio guidato dalla Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli e svolto in collaborazione con l’Università di Vienna e il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Lo studio si è proposto di prevedere la possibile evoluzione della biodiversità mediterranea e per farlo ha analizzato i resti fossili di molluschi rinvenuti nel Mar Mediterraneo risalenti a circa 135-116.000 anni fa, quando il pianeta era in una fase climatica più calda rispetto a quella odierna.

“I risultati ottenuti lanciano un allarme su una possibile invasione di specie tropicali dall’Oceano Atlantico” dichiara Silvia Danise, docente di Paleontologia e Paleoecologia del Dipartimento di Scienze della Terra. Nell’ultima fase interglaciale, avvenuta circa 120 mila anni fa, le acque del Mediterraneo si sono riscaldate e hanno reso possibile un’invasione biologica da parte di specie marine che vivevano nell’Oceano Atlantico, al largo di Senegal e Capo Verde.

Queste specie tropicali atlantiche – definite warm guest, ospiti caldi – una volta insediatesi sono entrate in competizione con quelle autoctone, finché l’ultima glaciazione ha reso di nuovo impossibile la loro sopravvivenza.

“Abbiamo ipotizzato che, se la temperatura nel Mar Mediterraneo salisse anche solo di pochi gradi, potrebbe verificarsi una nuova invasione biologica tropicale dagli esiti ancora sconosciuti – conclude Danise – e in uno scenario estremo, potremmo assistere a una completa tropicalizzazione”.

I dati sulla distribuzione geografica e stratigrafica di determinate specie di molluschi tra bivalvi e gasteropodi ci dicono che specie iconica tra i warm guest è il gasteropode di grandi dimensioni Thetystrombus latus, che durante l’ultima fase interglaciale dominava gli ambienti marini poco profondi come le spiagge sommerse.

Fonte: Toscanachiantiambiente.it

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