Tartufi e funghi, un inchino d’autunno alla scoperta del miglior sapore
Il settore agricolo sembra davvero quello che risponda meglio alla crisi economica conseguente a quella legata al Covid19.
Così le piogge di fine settembre e di questo inizio d’ottobre sono un buon segnale per i cercatori di tartufi e funghi e la terra di Toscana ne è ben servita di queste prelibatezze.
In più se per i funghi ci sono coltivazioni ad hoc oltre ai vari cercatori in origine nei boschi toscani, per i tartufi non vi è questa possibilità, se non quella di impiantare tartufaie nel tempo e dunque piantumare poi gli alberi preposti al “concepimento” della preziosa pepita.
Torniamo ai funghi. Quelli coltivati in Italia e secondo i dati forniti dalle associazioni interessate, toccano quasi le 65.000 tonnellate.
Non male come dato; secondo l’AIF, associazione italiana fungicoltori il consumo pro-capite è attorno al chilo e mezzo.
Ma in Toscana il dato lo supera di gran carriera.
Le varietà più coltivate? I Prataioli Bianchi, Pioppini, Cardoncelli, tuttavia è bene sottolineare che una buona dose di quantità arriva dai ricercatori privati in giro nei boschi della macchia della nostra regione.
Anche in Toscana viene subìta l’importazione straniera da Olanda e Polonia. I porcini arrivano solo dai cercatori col paniere, in alternativa dall’Est Europa. Il porcino non si può coltivare in Italia e l’unico prodotto IGP è quello di Borgotaro, borgo parmense che raccoglie anche 8 comuni sempre in provincia di Parma,
ma anche altri 2 in provincia di MASSA CARRARA.
Infine il tartufo bianco che in questo periodo inizia a imperare.
Nel Senese (Crete), in alto Mugello e in zone a stretto contatto con Marche e Umbria vi nasce ben maestoso e profumato.
Ma quello di San Miniato in provincia di Pisa abbonda ed è il più prezioso di dimensioni e odore intenso, a cui si associano nella stessa provincia, Volterra e il suo territorio, Palaia e Forcoli e zone limitrofe e altre piccole nicchie sulla costa tirrenica, scoperte di recente.
S.Miniato rifornisce Alba la capitale d’Italia del tartufo di una buona dose di rifornimento. Alcuni parlano addirittura di metà produzione, perchè la cittadina piemontese non riesce più a produrre il suo tartufo come un tempo. Riportiamo quest’ultima notizia, così come ce l’hanno riportata a dover di cronaca.
Le sagra e le fiere toscane legate ai funghi e tartufi, legati alla svolgimento in relazione al Covid19, si svolgeranno tra ottobre e novembre e parte di dicembre e saranno tutte incentrate alla ricerca del miglior gusto.
a cura della Redazione Arga Toscana
Fonte: F.p. e La Nazione quotidiano
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